Chi ha fatto la storia della moda ha, prima di ogni cosa, avuto coraggio, ha osato ribellarsi, non c’è ombra di dubbio.
Basti leggere le biografie delle più grandi della storia per capire il coraggio di queste donne, quanto la loro personalità abbia contribuito a rendere possibile gli stili cui ancora oggi molti stilisti si ispirano.
Parte di loro sono nate povere, in luoghi in cui nulla faceva presagire a una carriera di successo dal tono internazionale.
Eppure il talento ha vinto contro gli stereotipi, i pensieri obsoleti, le paure di esporsi.
Forza di volontà, grinta e perché no, anche un contesto sociale per alcuni versi favorevole a tutto ciò che sapeva di rivoluzione, ma ce l’hanno fatta.
Ho scelto le stiliste della moda che per prime hanno introdotto stili, tessuti o tendenze. Oggi dobbiamo a loro il nostro modo di vestire.
Le icone della moda, icone di stile
Jeanne Lanvin
Tra tessuti, profumi, arredi, gioielli. Il mondo incantato di una delle più leggendarie couturières di sempre.
Siamo nel cuore di Parigi nel 1889 quando una modista 22enne decide di aprire una piccola bottega di cappelli in rue Boissy d’Anglas. Ci mette poco Jeanne a farsi conoscere, 4 anni appena per trasferirsi nella prestigiosa rue de Faubourg Saint- Honoré siglando vetrine e brand con il suo nome JEANNE LANVIN.
La sua carriera prende il volo e nel giro di pochi anni per stupire la figlia Margherita inizia a creare le sue prime collezioni per bambini. Di lì a poco passa all’alta moda per il mondo femminile, poi quello maschile, lo sport, il design e i profumi. Una donna eclettica, straordinaria imprenditrice del lusso e la raffinatezza francese. Ecco cosa disse a proposito del suo amato colore blu in un’intervista su The Indexe: “De quoi êtes-vous gourmande?
De bleu, dans toutes ses nuances : myosotis, saphir, vitrail, Delft, firmament…J’ai même crée un bleu sur mesure, le « bleu Lanvin », à partir d’un vitrail de Fra Angelico que j’avais admiré à Florence”.
Madelaine Vionnet
Definita “l’architetto dei sarti”, chi è questa rivoluzionaria sarta francese?
Siamo ancora a Parigi, nel 1876, Madelaine nasce in una famiglia povera. Delle sue origini sono giunte fino a noi poche informazioni, ma sappiamo che dovette abbandonare gli studi per aiutare la famiglia economicamente. Fu il suo talento il riscatto per aver vissuto un’infanzia di stenti. Diventò così famosa che un giorno si permise di prendersi gioco della sua rivale Coco.
E’ suo il taglio diagonale degli abiti che accarezzava le curve delle donne con grazia e i drappeggi liberandole dal busto stretto in uso fino a quel momento. A onor del vero a scagliarsi contro queste restrizioni vi furono anche Coco Chanel e Paul Poiret.
Madeleine fu la prima a fotografare ogni abito catalogandoli dal primo all’ultimo. Pose la sua etichetta con il nome all’interno degli abiti per evitare i plagi. Una sorta di copyright moderno molto rigoroso cui faranno seguito tutte le altre stiliste nella storia.
Disse (fonte Mam-e.it ): “l’abito non deve appendersi, ma seguire le linee. Deve accompagnare chi lo indossa e quando una donna sorride, l’abito deve sorridere con lei“
GABRIELLE CHANEL in arte Coco
La stilista più rivoluzionaria del ‘900 e un caffè che le cambiò la vita.
Gabrielle nasce nel 1883 a Saumur in un ospizio, il suo nome all’anagrafe è Gabrielle Bonheur Chasnel, poi col tempo trasformato in Chanel. Ecco un’altra infanzia infelice: fu cresciuta dalla suore del Sacro Cuore dopo la morte della mamma, perché il padre Henri- Albert Chasnel la abbandonò. Gabrielle fin da piccola vive con donne austere, vestite con colori spenti, in un ambiente severo e rigido. Eppure saranno i tratti distintivi della sua moda un domani.
A 18 anni è libera di andarsene e a Moulins inizia a fare la commessa e la cantante in un caffè. La svolta avviene proprio in questo caffè dove pare che dopo aver intonato la canzone “ Qui qu’a vu Coco?” tutti inizieranno a soprannominarla Coco e dove incontrerà Etienne de Balsan, figlio di imprenditori tessili, con il quale avrà una relazione molto lunga. Coco è già bravissima a creare cappelli e le donne che frequentano il castello a Royallieu, dove Coco si trasferì con il suo amato, se ne innamoreranno. Grazie al jersey che Rodier, un industriale tessile, le darà in esclusiva, Coco divenne la miglior interprete del gusto rivoluzionario del vestire. Gonna, pullover e cardigan furono i must dai colori che ricordavano molto l’ambiente austero in cui da piccola visse: grigio, beige e blu scuro con l’immancabile bianco e nero. Nel 1920 apre la sua prima boutique a Parigi al numero 31 di Rue de Cambon e da qui è storia.
E’ suo il tubino nero, il tailleur Chanel, le borse e gli accessori eccentrici da indossare in contrasto con abiti rigorosi.
Claire McCardell la stilista americana del “popover” e il monaster dress
Claire è diversa dalle sue colleghe sopra citate, lei nasce in una famiglia benestante nel 1905 nel Myriland. Fu da subito attratta dalla moda e non poteva che fare un viaggio a Parigi per conoscere le icone dello stile di quegli anni. Claire si innamorò di Madaleine Vionnet e di Coco Chanel e una volta tornata in America portò quel gusto europeo nella maison dello stilista Robert Turk “Townley Frocks” nel 1932. La svolta avvenne proprio in questo periodo quando alla morte improvvisa di Robert la costrinsero a terminare la sua collezione.
Claire McCardell guardò allora alle donne americane, pensò alle loro esigenze creando quello che fu definito il “monastic dress”, un abito lungo fino ai piedi stretto in vita con una fascia o una cintura sotto il seno. Libertà ed emancipazione, Claire ricerca nel suoi modelli il nuovo pensiero delle donne americane che lavorando possono permettersi di scegliere come abbigliarsi. Suo è anche il popover modello creato negli anni ’40 che la decretò genio inconfondibile della moda.
Elsa Schiaparelli e le sue cerniere visibili
Il carattere ribelle di Elsa lo dimostrò fin da adolescente quando pubblicò un libro di poesie erotiche dal nome “Shocking Life” per cui la sua famiglia d’origine fu travolta dalla vergogna. Le valse il collegio questa sfacciataggine da cui comunque riuscì a scappare.
Nasce a Roma nel 1890 ma visse tra Londra, New York e Parigi. Nel 1927 lanciò la sua prima collezione di maglieria che includeva una sciarpa trompe d’oeil, forse influenzata dall’amicizia con Dalì.
A lei dobbiamo la prima gonna pantalone che causò trambusto nel mondo del tennis quando la giocatrice Lilì Alvarez decise di indossarla nel 1931. Fu la prima a usare la zip come dettaglio nei suoi capi. E’ suo il rosa shocking. Per tutti era “Shiap” anche quando apparì sulla copertina di “Time” come prima stilista di moda e donna in carriera. Antagonista acerrima di Coco Chanel, Elsa rispondeva agli abiti bon ton di Coco con i suoi estrosi, sgargianti e colmi di particolari. Niente da dire, entrambe hanno segnato il fashion internazionale.
Mary Quant e la sua scandalosa minigonna
E’ nata nel 1934 Blackheath, Londra. La sua è un’infanzia simile a molte altre, i genitori sono due insegnanti e sperano per la figlia lo stesso destino. Mary invece è una irriducibile dissidente e ne darà prova spesso durante la sua vita. L’incontro fatale per la sua carriera fu con Alexander Plunket Greene, di famiglia nobile. Entrambi amano lo spirito bohémien e un’avversione per le regole vigenti. Si sposano nel 1957 e la loro unione durerà fino alla morte di Greene. Quando nel 1965 a soli 21 anni Alexander eredita un ingente patrimonio i due si danno alla pazza gioia di vivere. Dapprima aprono un ristorante e poi la prima boutique della moglie “Bazaar” seguita due anni dopo da una succursale a Brompton Road.
Entra nella storia per avere sdoganato l’austerità del passato, Mary si rifà alle ragazze inglesi che rappresentano lo spirito libero, gli shorts e la minigonna faranno storia. Nel 1966 fu nominata Cavaliere della Corona Britannica dalla Regina Elisabetta II l’anno dopo dei Beatles.
Norma kamali e il cappotto “Sleeping bag coat”
Nasce a Arraes in New York nel 1945, anche se le sue origini sono libanesi e basche. Nel 1969 apre la sua prima boutique e diventa famosa per l’abbigliamento realizzato in seta vera da paracadute, per la prima volta si ha la possibilità di regolare la lunghezza grazie a dei cordoncini. Suo è il famoso Sleeping Bag Coat, nato dall’idea di trasformare un sacco a pelo in un capospalla comodo e caldo. E’ suo il costume rosso intero indossato da Farrah Fawcett nel 1976. E’ sua la spallina anni ottanta. E’ la prima a creare un punto vendita online su EBay. Appassionata di wellness si dedica alla salute e alla bellezza creando il primo Wellness Caffè in 11 W 56th Street in NY per condividere abitudini e punti di vista.
In una sua intervista ha detto: “Ha lavorato con moltissime celebrities – da Farrah Fawcett e Madonna a Beyoncé, Lady Gaga e Rihanna. Chi di queste ragazze l’ha ispirata in modo particolare?”
«Pensi che Lady Gaga una volta ha indossato l’abito da sposa che avevo disegnato per sua madre nel 1983! Beyoncé, che ho vestito ai tempi delle Destiny’s Child, è una persona molto speciale. Il costume rosso di Farrah Fawcett nel mitico poster del 1976 è un mio design. E in realtà è stato un caso che Farrah lo abbia indossato quel giorno: era l’unico che aveva in borsa durante lo shooting”