Conosci il cashmere? E la capra da cui si produce? In questo articolo ti raccontiamo la storia di questo prezioso tessuto.
Il principe dei tessuti: il cashmere
Un intreccio di canti e suoni dalle eco che rimbombano sulle lunghe distese degli altipiani dell’Asia Centrale ci danno il benvenuto in questa terra lontana dove lei, la capretta mongola, è amata e custodita come fosse la Regina.
Si concede a pochi, la osannano tutti.
Lei non si fida, è schiva, burbera ed egoista. Lei alle temperature miti e ai luoghi rigogliosi del nostro pianeta preferisce terre anguste e lontane dove a imperare sono il gelo e il poco cibo. Lei tirchia e scontrosa, offre pochi grammi del suo prezioso manto e lo dona in primavera a pochi designati.
Si fa pagare cara come primadonna, sa che il suo vello vale come l’oro e sarà così finché le greggi non aumenteranno per mano di qualche interessamento capitalista.
Più è caro e più lo voglio
I dati parlano chiaro: per una soffice sciarpa una sola capra, tre per un pullover, una ventina per un cappotto.
C’è chi ha fatto un pandemonio per averla in casa.
Camillo Benso di Cavour tentò di allevare in Italia questa razza di capra, fallendo miseramente. La capra non si è concessa ai capricci di un conte stravagante perso nel suo disegno di amante folle tanto da aver provato ad accorciare i chilometri per averlo direttamente sotto casa. “Se mi vuoi vieni a prendermi”, avrà pensato la Regina dell’Asia Centrale, la capra di cashmere.
Gli amanti del cashmere sanno cosa significhi accarezzarlo, è soffice come una piuma e caldo come un abbraccio, se lo metti a contatto con la pelle senti il suo calore, tanto leggero quanto protettivo.
Il cashmere, il principe dei tessuti
Il cashmere, il principe dei tessuti, tratto indiscusso di eleganza e raffinatezza.
Perché si chiama così?
La risposta la troviamo nel nome della regione indiana del Kashmir, un tempo prima produttrice di questo tessuto. A donare il vello è la capra Kel. Sotto il suo lungo pelo in superficie si trova il duvet, o il down, dal quale si trae la nobile fibra del cashmere.
Chi è la capra hircus?
Non ti stupirai se ti cito il Tibet o la Mongolia, sono proprio gli altipiani con altitudini vertiginose dove la capra Hircus trova il suo habitat ideale. È un’altra regina che fornisce all’uomo il vello pregiato, la fibra nobile nel campo della maglieria.
Quanta lana produce la capra hircus?
Come accennato la capra Hircus è avara. Da una sola capra si ottengono solo 2 etti di fibra nobile, quello che serve per produrre una pashmina. Se pensi che una capra comune ne produce 3 chili comprendi la sua preziosità.
Quindi un grandissimo spreco?
No di certo, stiamo parlando della fibra ottenuta dalla parte migliore dell’animale, il sottopelo, quello che cresce sotto la pancia. I costi di un maglione variano per questo motivo, tanto più è alta la selezione tanto più il cashmere ottenuto sarà di qualità.
Quando la capra perde il pelo: come si produce il cashmere
Ci sono due metodi per la raccolta del cashmere:
- Ecologico e spontaneo
- Artigianale
Il primo metodo è in uso in Himalaya. In primavera la capra inizia la muta, perde il pelo spontaneamente per il cambio di stagione. La capra si strofina contro le rocce o gli arbusti per togliersi di dosso il peso della lana perché ha caldo. Gli abitanti del luogo si arrampicano sugli altipiani alla ricerca dei ciuffi rimasti impigliati raccogliendo tutto ciò che la capra ha lasciato nel suo andirivieni in pieno rispetto della natura.
In Mongolia invece, le capre sono addomesticate e rappresentano un sostentamento totale per i suoi abitanti. Le capre sono allevate e seppur la produzione resti artigianale, non è spontanea come avviene in Himalaya.
Indossare il cashmere: la vetta del godimento
La vetta del godimento da indossare, non può essere che il cappotto foderato di cashmere, oppure una giacca o un pullover dai toni classici come il beige e il grigio.
Doriani Cashmere punta sul lusso low profile con il lancio sul mercato di cashmere colorati che ha portato all’azienda grandi profitti. Così spiega la sua idea: “L’idea di rendere il cashmere accessibile a un pubblico più ampio, è nata negli anni ‘70, quando si respiravano ancora gli ultimi degli strascichi della Dolce Vita: la sera a Portofino, Capri o Forte dei Marmi, tutti gli uomini avevano una maglia di cashmere buttata sulle spalle. Un look che evocava un certo stile di vita”
Poesia per gli stilisti
Solo chi lo indossa può parlare della poesia del cashmere.
Giuliano Angeli, stilista da Ermenegildo Zegna, afferma che “Un abito di cashmere è piacere puro, un capolavoro di narcisismo”.
Mentre Brunello Cucinelli trae dal suo lavoro un senso più spirituale e nel suo blog scorgo queste parole che spiegano il suo pensiero “Non vorrei vivere in un mondo dove ogni cosa si riconduce sterilmente al solo profitto. Il denaro riveste un vero valore solo quando è speso per migliorare l’esistenza e la crescita dell’uomo, ed è questo il mio fine”.
Falconeri punta su Luca Argentero combinando lo yoga con il cashmere e fa centro. La pratica della meditazione che fa molto “orientale” con un outfit che parla la stessa lingua non poteva che essere azzeccata.
Laura Boschinoni afferma che: “La passione come i sogni trasforma le cose e le dispensa, il cashmere riscalda il cuore circondandolo di tenerezza e stupore, così nascono i nostri capolavori”. Non dimentico l’impegno di Loro Piana per la preservazione dei territori autoctoni mantenendo in equilibrio il rapporto tra animali, territori e popolazioni. Suo il premio a sostegno dei pastori “The Loro Piana cashmere of the year award.”
Cashmere: consigli per una perfetta cura
Ecco i consigli per pulire e mantenere morbido il prezioso tessuto del cashmere:
- Indossare lo stesso capo non più di due giorni. Lasciarlo riposare dopo ogni giorno di utilizzo.
- Il lavaggio va fatto a mano in acqua fredda con sapone neutro o un prodotto specifico, sciacqualo abbondantemente, pressandolo e tamponandolo.
- Asciugarlo lontano da fonti di calore e all’ombra.
- Stiralo a calore medio basso attraverso un panno umido.
- I pallini che forma vanno tolti a mano, o con una spazzola, prima del lavaggio.
- Durante le stagioni calde conserva il cashmere in busta chiusa utilizzando un leggero antitarme.
Se toccando un maglione in cashmere vai in estasi, la domanda è: perché farne a meno?
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